Vediamo come si sono comportati i risparmiatori negli anni floridi del secolo scorso e le nuove normative per favorire la trasparenza delle operazioni di borsa
Le scelte finanziarie dei risparmiatori nel passato
E' davvero utile osservare come si sono evolute le scelte dei risparmiatori nel secolo scorso, quando a partire dal boom economico degli anni 50 si è giunti nel nuovo millennio fino agli anni della crisi.
A partire dalla metà degli anni 50 e fino alla metà degli anni 60 il mercato finanziario è stato caratterizzato, oltre che dalla prevalenza dei titoli obbligazionari a medio e lungo termine (titoli che danno diritto a un interesse prestabilito) anche dal mercato azionario che si espande esponenzialmente sia dal punto di vista qualitativo chee quantitativo.
Negli anni 70 la crisi petrolifera ha indotto i pubblici poteri a combattere l'inflazione e riportare in equilibrio i conti con l'estero intervenendo nel settore creditizio con appositi strumenti di controllo, quali per esempio il tasso ufficiale di sconto e la riserva obbligatoria.
Questa politica ha provocato la caduta della domanda per i titoli a medio e lungo termine da parte dei risparmiatorl, a causa della forte variabilità, con la conseguente incertezza, che presentavano i tassi di rendimento.
Lo Stato, sia perché necessitava di liquidità collegata al proprio bilancio, sia per soddisfare le esigenze dei propri risparmiatori, creò allora il mercato dei Buoni Ordinari del Tesoro, i celebri BOT a breve termine, di 3, 6 e 12 mesi, e dei Certificati di Credito del Tesoro, gli altrettanto noti CCT, a medio termine da 2 a 5 anni.
Durante gli anni 80 si è intensificato l'intervento al mercato monetario a breve termine e obbligazionario a medio-lungo termine, rispettivamente da parte dello Stato e delle società quotate in Borsa.
Anche in questo periodo il mercato azionario ha trovato la sua affermazione, e il suo sviluppo si è protratto per tutto il 1992.
A questo mercato ha contribuito in modo decisivo la riorganizzazione della Borsa Valori, con l'entrata in vigore di norme dirette ad aumentare l'informazione e la trasparenza delle società ammesse alle quotazioni di Borsa.
Gli anni 90 sono stati invece caratterizzati da una forte recessione economica (i primi albori della crisi attuale) e dalla difficoltà dei governi ad affrontare prontamente il risanamento della finanza pubblica.
La domanda dei valori mobiliari degli investitori istituzionali è cresciuta rispetto a quella degli investitori individuali e si sono affacciati sul mercato altri strumenti di investimento come il risparmio assicurativo e i fondi pensione, mentre il mercato azionario è rimasto florido.